Normative di riferimento
Elementi caratterizzanti del riferimento normativo
ISO 21502:2021 | UNI ISO 21500:2021 | UNI 11648:2022 | UNI EN ISO 19011:2018 | D.Lgs. 14/2019 | Direttiva 19/12/2006 | Direttiva n. 2 del Dicembre 2017 | D. Lgs. 231/2021 |
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Ampliamento della vista dai processi a concetti e pratiche e raccomandazione di attuazione di assessment ricorrenti della maturità di project management in tutta l’organizzazione. | Definizione di concetti basilari di gestione progetti, lessico, inquadramento organizzativo, funzionale e di business e i concetti di opportunità e ambiente di progetto. | Definizione dei requisiti della specifica figura professionale, definiti in termini di conoscenza, abilità e competenza in relazione al contesto, ai compiti tecnici e alle capacità personali e relazionali. | Definizione di una guida relativa agli audit di sistemi di gestione, compresi i principi dell’attività, la gestione dei programmi e la conduzione degli audit di sistemi di gestione. | Abilitazione all’identificazione di parametri e criteri integrativi di valutazione della salute dell’impresa anche in relazione agli asset organizzativi. | Riconoscimento dell’importanza dell’autovalutazione delle prestazioni nell’ambito della pubblica amministrazione. | Progettazione e revisione annuale del sistema di misurazione e valutazione delle performance declinato, nell’ambito della propria autonomia, nella maniera più funzionale alle proprie esigenze organizzative. | Costruzione di un MOG idoneo a prevenire i reati. L’adozione di un idoneo MOG funge da esimente rispetto alla responsabilità penale/amministrativa dell’ente. |
Principio ispiratore per ISIPM-Prado®
ISO 21502:2021 | UNI ISO 21500:2021 | UNI 11648:2022 | UNI EN ISO 19011:2018 | D.Lgs. 14/2019 | Direttiva 19/12/2006 | Direttiva n. 2 del Dicembre 2017 | D. Lgs. 231/2021 |
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Integrazione di temi relativi alla governance dei progetti e alla relazione con il mondo delle operation. | Integrazione tematiche di natura tecnica ed organizzativa mancanti nel modello Prado. | Integrazione tematiche di natura soft skill mancanti nel modello Prado. | Definizione procedura operativa di assessment | Progettazione ed utilizzo di indicatori personalizzati per la valutazione della continuità aziendale. | Impiego flessibile del modello ai fini di adeguamento alle specifiche esigenze del sistema di misurazione e valutazione. | Certificazione come segno di un’inclinazione dell’ente alla cultura del rispetto delle regole e migliora immagine dell’impresa | Costruzione di un MOG idoneo a prevenire i reati. L’adozione di un idoneo MOG funge da esimente rispetto alla responsabilità penale/amministrativa dell’ente. |
Il modello ISIPM-Prado® è stato realizzato per renderlo compliant alle più recenti normative nell’ambito del project management. Nello specifico, per la realizzazione fattiva del modello, con specifico riferimento agli interventi di adeguamento del questionario e di integrazione di nuove tematiche utili alla rilevazione del livello di maturità di project management ed organizzativo, sono state adottati i seguenti riferimenti normativi:
La normativa fornisce indicazioni su concetti e pratiche che agiscono sul project management e che hanno un impatto sul successo dei progetti, adottando una vista più ampia di quella basata sui processi (UNI ISO 21500:2013) e che ne garantisce maggiore flessibilità di adattamento alla propria realtà e contesto organizzativo. Introduce, a tal proposito, due nuove fasi di progetto definite Pre-Project e Post-Project, la cui responsabilità è rispettivamente delegata allo sponsor di progetto o al project board. Viene inoltre introdotto un nuovo ruolo del project office che si deve far carico di promuovere presso il senior management di “facilitate the continuous development of project management processes, methods and techniques, and provide for regular assessments of project management maturity within the organization” (facilitare lo sviluppo continuo dei processi, dei metodi e delle tecniche di project management, ed attuare assessment ricorrenti della maturità di project management in tutta l’organizzazione);
Fornisce i concetti di gestione progetti e il lessico per tutti gli stakeholder del settore, l’inquadramento organizzativo, funzionale e di business dei progetti, stakeholder, vincoli, opportunità e ambiente e la struttura dei processi di gestione dei progetti. Riconosce che “Il project management può essere utilizzato da ogni tipo di organizzazione, di carattere pubblico, privato o sociale e per ogni tipo di progetto indipendentemente dalla sua complessità, dimensione e durata”. La norma specifica il contesto organizzativo e i concetti di base per intraprendere la gestione di progetti, programmi e portfolio. Fornisce inoltre orientamenti alle organizzazioni per adottare o migliorarne la gestione utilizzando gli standard internazionali.;
Normativa nazionale che definisce i requisiti relativi all’attività professionale del project manager, di equivalenti figure che gestiscono progetti o altri ruoli organizzativi che svolgono equivalenti funzioni in conformità con la UNI ISO 21500:2021 e 21502:2021. Stabilisce quali sono i requisiti della specifica figura professionale, definiti in termini di: conoscenza, abilità e competenza in relazione al contesto (lavoro per progetti), ai compiti tecnici (di project management) e alle capacità personali e relazionali. Dettaglia le più tradizionali competenze ‘dure’ (cosiddette hard skills) relative alle tecniche di programmazione e controllo dei progetti, in particolare in termini di tempi, costi e qualità, e definisce altre competenze e abilità in termini di multidisciplinarietà, attitudine alle relazioni umane e di crescita dei collaboratori, assertività ed equilibrio, specie nelle situazioni più stressanti del lavoro, e una certa capacità di gestione dei rischi che ciascun progetto comporta (le cosiddette soft skills). Elenca in dettaglio le competenze comportamentali (insieme di conoscenze, abilità e capacità) per gestire il progetto con autodisciplina, assicurare la comunicazione di progetto, gestire i rapporti con il gruppo di progetto, gestire i rapporti con lo sponsor e gli altri stakeholder, gestire il progetto con leadership.
Oltre agli interventi propedeutici all’integrazione dell’ambito di rilevazione, sono stati adottati riferimenti normativi anche in relazione alla progettazione e realizzazione della procedura operativa appositamente personalizzata per l’applicazione del modello ISIPM-Prado®, con specifico riferimento alla:
Tale normativa fornisce una guida sugli audit di sistemi di gestione, compresi i principi dell’attività, la gestione dei programmi e la conduzione degli audit di sistemi di gestione, così come una guida per la valutazione delle competenze delle persone coinvolte nei suddetti processi. All’interno della normativa è inoltre esplicitato che il riferimento è applicabile a qualsiasi organizzazione che abbia l’esigenza di pianificare e condurre audit interni o esterni di sistemi di gestione o di gestire un programma, ed è inoltre possibile l’applicazione della norma ad altri tipi di audit, a condizione che sia prestata particolare attenzione alle specifiche necessarie competenze.
Infine, l’applicazione del modello ISIPM-Prado® si innesta in maniera naturale nelle raccomandazioni e indicazioni virtuose recentemente descritte all’interno di codici, direttive e linee guida realizzati sia in ambito privato che pubblico che mirano, in sintesi, all’opportunità di dotarsi di strumenti di rilevazione preventiva delle performance organizzative e alla necessità di misurarle in maniera continuativa per assicurare la sopravvivenza e la gestione efficiente ed efficace dell’organizzazione e per garantire la qualità dei prodotti e servizi da essa offerti. Nello specifico, a tal fine, ci si è riferiti a:
- La disciplina che volutamente non definisce riferimenti generali di struttura e funzionamento del modello di organizzazione e gestione (MOG) a vantaggio del principio della libertà di iniziativa economica, sancisce di contro la possibilità di personalizzare il modello organizzativo secondo le caratteristiche e l’operatività del singolo ente auspicandone la proattività nella gestione dell’evoluzione aziendale. Il legislatore delegato rimanda pertanto ai codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, prime fra tutte le Linee Guida di Confindustria che introducono come il valore dell’implementazione dei sistemi di certificazione delle misure organizzative e preventive sia “segno di un’inclinazione dell’ente alla cultura del rispetto delle regole che sicuramente può costituire la base per la costruzione di modelli tesi alla prevenzione dei reati-presupposto”. I sistemi di certificazione pertanto “mirano a migliorare l’immagine e la visibilità delle imprese che li adottano, consolidando il consenso che esse riscuotono sul mercato presso investitori e clienti”.
Impone alle aziende di compiere azioni idonee a rispettare determinati parametri e criteri di efficienza che certifichino lo stato di salute dell’impresa secondo 5 indici standard (oneri finanziari/ricavi; patrimonio netto/mezzi terzi; attivo a breve/passivo a breve; flusso di cassa/attivo; debito tributario previsto/attivo), con soglie diverse a seconda del settore di attività. Il codice in oggetto si colloca in continuità con il concetto di miglioramento degli assetti organizzativi interni alla luce dell’art. 2086 del codice civile, che sancisce il dovere dell’imprenditore di “istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”. Consente inoltre di derogare all’applicazione degli indicatori di crisi standard per ridurre il rischio di generare falsi positivi, nell’ipotesi in cui l’impresa non li ritenga adeguati alle proprie caratteristiche, optando per quelli definiti dalla stessa organizzazione, sempre che un professionista indipendente ne attesti l’adeguatezza in relazione alle relative specificità.
Riconosce che il miglioramento delle prestazioni delle amministrazioni pubbliche è al centro dell’azione di modernizzazione. A questo scopo ciascuna amministrazione deve saper valutare la propria prestazione organizzativa, individuare le priorità rispetto alle quali intervenire, pianificare i necessari cambiamenti in modo integrato e funzionale alle proprie esigenze. Dichiara che “il ricorso all’autovalutazione delle proprie prestazioni da parte delle amministrazioni pubbliche è il punto di partenza obbligato dei percorsi di miglioramento continuo”. La definizione di autovalutazione formulata dall’European Foundation for Quality Management (EFQM), ripresa dalla direttiva, asserisce che: “l’auto-valutazione è un’analisi esauriente, sistematica e periodica delle attività e dei risultati di un’organizzazione. Il processo di valutazione che consente ad un’amministrazione di individuare chiaramente punti di forza e aree di miglioramento, deve tradursi in azioni di miglioramento pianificate e monitorate nel tempo per verificarne l’andamento”.
Fornisce indicazioni in ordine alla progettazione e alla revisione annuale del sistema di misurazione e valutazione delle performance (SMVP). Il SMVP è un insieme di tecniche, risorse e processi che assicurano il corretto svolgimento delle funzioni di programmazione, misurazione valutazione e rendicontazione delle performance, ossia del ciclo delle performance. Consente alle amministrazioni “nell’ambito della propria autonomia, di declinare i sistemi di Misurazione e Valutazione delle performance (di seguito SMVP) nella maniera più funzionale alle proprie esigenze organizzative”. Per misurazione si intende l’attività di quantificazione del livello di raggiungimento dei risultati e degli impatti da questi prodotti attraverso il ricorso ad indicatori. Per valutazione si intende l’attività di analisi ed interpretazione dei valori misurati che tenga conto dei fattori di contesto che possono aver determinato l’allineamento o lo scostamento rispetto ad un valore di riferimento.
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